giovedì 7 novembre 2013

Segni di croce in motorino

Devono avermi davvero traumatizzato da bambino.

Nei primi anni di vita cosciente, infatti, ho interiorizzato gran parte dei contenuti relativi alla fede cristiana come norme da rispettare, preghiere da dire, gesti da fare. Il vero Vangelo l'ho conosciuto molto più tardi, nel silenzio della grotta sul Gave, nella sofferenza di Giovanni Paolo II, nelle parole di Benedetto sulla ricerca dei magi nella spianata di Marienfeld a Colonia, nell'infinita misericordia di chi supera di gran lunga con l'amore la nostra miseria.

Farisei d'annata, cristiani che se Cristo tornasse in terra fisicamente non lo
crocifiggerebbero più, dato che la crocifissione è passata di moda.
Si limiterebbero a fargli fare un giretto nella macchina del fango. 
Della vecchia religione legalistica e farisaica ho conservato però parecchio. L'ho fatto perché molte pratiche, una volta riorientate, sono comunque utili e preziose per una vita interiore che si rispetti.

Ho mantenuto l'abitudine di farmi sempre il segno della croce di fronte a chiese, capitelli, immagini sacre. Così, sovrappensiero. Anche in bici e in motorino.

Nei miei tragitti in motorino casa-lavoro c'ho i miei posti "segno di croce". Ormai naturali, marchiati a fuoco nel mio GPS cerebrale. Tra questi la basilica del Santo, il Duomo di Padova, la statua di Pio X.

Questa foto l'ho scattata io, il 17 marzo del 2011, giorno in cui
l'Italia unita spegneva le sue prime 150 candeline. Qualche
simpaticone aveva pensato bene di festeggiare la ricorrenza
macchiando con la vernice verde il municipio. Il
sindaco Rinuncini mi commentò così, per il mio pezzo sul
Mattino : "Si sono dimenticati il bianco e il rosso per fare il
tricolore". Nella foto si nota, da solo, a sinistra, mio papà, mentre
il primo da sinistra nel gruppetto è il compianto Dino Moro,
consigliere mancato pochi mesi fa.
Mi sono accorto, però, recentemente, che mi faccio, senza volere, il segno della croce anche di fronte al Municipio. Inizialmente è stato uno shock.

"Perché richiamo la dimensione sacra di fronte al luogo in cui entro per carpire informazioni, aspettare il sindaco, scherzare con quel zuzzurellone di Maurizio della segreteria e importunare qualche povero impiegato degli uffici tecnici?".

Poi mi sono dato una spiegazione.

Trono e altare. Le due spade. Il rapporto tra mondo sacro e mondo politico è antichissimo: ci sarà una ragione.

Farsi il segno della croce di fronte al luogo per eccellenza della politica e dell'amministrazione locale. Non solo è giusto, ma è sacrosanto.

Carlo Magno.
Derido i nostalgici di partiti politici di vent'anni fa.
E io ammiro un casino un politico di 1200 e passa
anni fa. Tant'è. Ma il buon Karl der Große è il vero
padre del nostro Occidente. Sovrano giusto
e illuminato, ha dato un boost all'Europa,
aiutandola a "snebbiarsi" dai fumi dell'Alto
Medioevo. E la fede, ovviamente, è stata per
lui fondamentale. La Chiesa lo venera come
Beato, checché se ne ignori la devozione. 
Ogni potere deriva da Dio. Ma soprattutto, la politica è l'arte non tanto del compromesso, quanto del bene comune. E' la massima opera di carità. E' la presa di responsabilità assoluta della creazione di Dio. E può essere animata dalla carità stessa, come spiega Benedetto XVI nella "Caritas in Veritate". E la carità, l'amore, è Dio stesso, come ci ricorda sempre il buon Benedetto XVI - del quale sentiremo sempre più la nostalgia nonostante quel sole splendente che è Francesco - nella sua "Deus Caritas Est".

Quel segno della croce, fatto in velocità in motorino in Viale del Lavoro, con l'asfalto irregolare che ti fa sussultare su e giù come i fagioli dentro la pentola a pressione, non è solo preghiera di raccomandazione. Ma è anche, e soprattutto, il riconoscere che il sacro non ha confini.

E' sacro il lavoro che c'è ed è sacro il lavoro che manca. E' sacro lo sport. E' sacra la musica, anche la musica che non è sacra. E' sacra la sessualità. E' sacro il cibo. Ed è sacro l'impegno politico.

E i "consacratori" di tutte queste dimensioni siamo noi: sacerdoti, re e profeti. Anche con un segno di croce in motorino.

Nessun commento:

Posta un commento