mercoledì 25 dicembre 2013

Auguri a tutti!

Auguri a tutti!
Auguri a questo blog, rinato due mesi fa con tutti gli entusiasmi di questo mondo e morto nuovamente sotto una mole gigantesca di lavoro. E grazie a Dio che ogni tanto c'è.
Auguri a me, che me lo merito, anche se di "Attimi di Pace" non ne vedrò durante queste "vacanze" di Natale. Sottolineo le virgolette. E grazie a Dio.
Auguri alla natura che mi circonda, auguri alla pioggia che ci minaccia come sempre, come da suo hobby e auguri al dissesto idrogeologico sintomo superficiale di un dissesto interiore della civiltà italica.
Auguri ai terroristi de IlMeteo.it, secondo le cui previsioni dovrebbero esserci come minimo quattro alluvioni, tre terremoti e due invasioni aliene ogni sei mesi.
Auguri a Papa Francesco, che scalda i cuori e auguri a chi - come me - forse si stanno lasciando prendere un po' troppo dall'entusiasmo verso il leader carismatico e magari - per colpa unicamente loro - perdono di vista il Messaggio abbagliati dalla luce del Messaggero.
Auguri ai giovani "freschi" dell'Azione Cattolica di Roncaglia, totalmente diversi dai giovani "stagionati", che devono trovare - e forse già lo stanno trovando - un loro stile, di cui siano loro i padroni e gli artefici. Indipendenti e liberi come solo le belle notizie possono essere.
Auguri alla mia apprensione su tutto, che mi impedisce di godermi tutti i momenti lieti ma che mi ricorda costantemente le cose importanti della vita.
Auguri alle mie debolezze, che mi ricordano che sono umano.
Auguri al mio perfezionamento interiore, ai miei passi da gigante in più scacchiere dove si gioca la partita della vita, solamente a patto che non mi facciano sentire, nemmeno per un momento, migliore degli altri, povero di carità e dunque triste e depresso come il fratello maggiore della Parabola.
Auguri al mio lavoro, anche se più che di lavoro ormai si può parlare di cammino. Soprattutto da parte di uno che ha fatto il gravissimo ma sublime errore di confondere il lavoro con la vocazione, gli ideali con la professione, la missione con il mansionario. Ma è quel tragico e sublime disastro che ti fa serenamente svegliare alle sei e andare a letto all'una pur di lanciare un messaggio.
Auguri ai miei amici, che sempre più posso chiamare tali.
Auguri a quell'intuizione rimasta tale.
Auguri a Gesù, a cui mi rivolgo sempre troppo razionalmente, come l'ingegnere scemo che vorrebbe riassumere la bellezza di un rustico di campagna in due calcoli sulla stabilità strutturale dell'edificio.
Auguri agli animati/educati da cui ormai - da anni - si impara più di quello che si "insegni". Anche se il termine, in contesti di AC, grida vendetta al cospetto dei cieli.
Auguri ai fiocchi con cui abbiamo tappezzato Roncaglia per annunciare una nascita. Soprattutto a noi stessi. Soprattutto a me stesso. Sempre per il discorso dell'ingegnere di prima.
Auguri alla politica, perché la smetta di indorarci la pillola, e auguri all'Europa, ormai unica patria a cui mi sento di appartenere (oltre alla Santa Sede, ovviamente).
Auguri a tutti, perché tanto fra cento anni saremo tutti morti. Ma soprattutto auguri a tutti, perché fra cento anni saremo sì tutti morti ma non saremo morti davvero. Il bimbo di Betlemme non lascerà svanire di noi manco una lacrima, figuratevi il resto.