Devono avermi davvero traumatizzato da bambino.
Nei primi anni di vita cosciente, infatti, ho interiorizzato gran parte dei contenuti relativi alla fede cristiana come norme da rispettare, preghiere da dire, gesti da fare. Il vero Vangelo l'ho conosciuto molto più tardi, nel silenzio della grotta sul Gave, nella sofferenza di Giovanni Paolo II, nelle parole di Benedetto sulla ricerca dei magi nella spianata di Marienfeld a Colonia, nell'infinita misericordia di chi supera di gran lunga con l'amore la nostra miseria.
Della vecchia religione legalistica e farisaica ho conservato però parecchio. L'ho fatto perché molte pratiche, una volta riorientate, sono comunque utili e preziose per una vita interiore che si rispetti.
Ho mantenuto l'abitudine di farmi sempre il segno della croce di fronte a chiese, capitelli, immagini sacre. Così, sovrappensiero. Anche in bici e in motorino.
Nei miei tragitti in motorino casa-lavoro c'ho i miei posti "segno di croce". Ormai naturali, marchiati a fuoco nel mio GPS cerebrale. Tra questi la basilica del Santo, il Duomo di Padova, la statua di Pio X.
"Perché richiamo la dimensione sacra di fronte al luogo in cui entro per carpire informazioni, aspettare il sindaco, scherzare con quel zuzzurellone di Maurizio della segreteria e importunare qualche povero impiegato degli uffici tecnici?".
Poi mi sono dato una spiegazione.
Trono e altare. Le due spade. Il rapporto tra mondo sacro e mondo politico è antichissimo: ci sarà una ragione.
Farsi il segno della croce di fronte al luogo per eccellenza della politica e dell'amministrazione locale. Non solo è giusto, ma è sacrosanto.
Quel segno della croce, fatto in velocità in motorino in Viale del Lavoro, con l'asfalto irregolare che ti fa sussultare su e giù come i fagioli dentro la pentola a pressione, non è solo preghiera di raccomandazione. Ma è anche, e soprattutto, il riconoscere che il sacro non ha confini.
E' sacro il lavoro che c'è ed è sacro il lavoro che manca. E' sacro lo sport. E' sacra la musica, anche la musica che non è sacra. E' sacra la sessualità. E' sacro il cibo. Ed è sacro l'impegno politico.
E i "consacratori" di tutte queste dimensioni siamo noi: sacerdoti, re e profeti. Anche con un segno di croce in motorino.
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